Il Nuovo Lupo
Dopoguerra tra luci ed ombre

 

 

 

 

-dimenticate in fretta le sofferenze, la nuova generazione annuncia con il rock and  roll  l’inizio di un nuovo modo di vivere-

Passata la tempesta della seconda guerra mondiale, la vita comincia lentamente a riprendere il suo cammino.

Il 2 giugno 1946 l’Italia, attraverso il famoso referendum, sceglie la Repubblica.

Il 15 giugno torna il Giro d’Italia. Lo vince Bartali, secondo Coppi a 47 secondi. Riparte anche il campionato di calcio e lo vince il Torino capitanato da Valentino Mazzola. Nel 1947 torna anche la Mille Miglia e Tazio Nuvolari scatena il tifo sulle strade d’Italia. La gente si alza in piena notte per veder sfrecciare sulle strade cittadine quelle auto che allora venivano chiamate “bolidi”.

Ogni tanto tornano dei prigionieri dalla Russia alimentando nuove speranze nelle famiglie dei dispersi.

Il 18 aprile 1948 la Democrazie Cristiana vince le elezioni. In luglio Palmiro Togliatti è ferito in un attentato. Si teme il peggio ma fortunatamente tutto finisce bene, anche grazie alla vittoria di Bartali al Tour de France. Alle olimpiadi di Londra Adolfo Consolini da Costermano vince la medaglia d’oro nel lancio del disco. L’argento va a Peppone Tosi, un corazziere del Quirinale.

Anche a Lupatoto la vita riprende. Il paese, risparmiato dalle bombe, esce dal conflitto stremato, ma salvo, anche se sono troppi i caduti sui vari fronti. Le fabbriche riprendono a lavorare, sia pure in modo non continuativo. In cartiera, ad esempio, si lavora soltanto tre giorni alla settimana, ma è già qualcosa e si può tirare avanti.Alla gente torna un po’ alla volta la voglia di vivere. Nei cinema c’è la coda per vedere i drammoni interpretati da Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Alla domenica pomeriggio è d’obbligo il film western dove gli Indiani perdono sempre.

Siamo ormai negli anni Cinquanta. I bambini nati e cresciuti nei primi anni di guerra, che hanno fatto in tempo a conoscere le paure dei bombardamenti, degli oscuramenti, le sofferenze del freddo, della miseria e le difficoltà del dopoguerra, ora sono adolescenti ed avvertono per primi il vento del cambiamento che preannuncia il miracolo economico. I genitori, reduci da orribili esperienze, invitano alla prudenza, ma per i giovani il passato è presto dimenticato ed il futuro è già nelle loro mani. Una nuova generazione inventa un proprio stile di vita, con nuove idee, nuovi abbigliamenti,  nuovo cinema e nuova musica. Mandato in soffitta Nazzari con tutta la compagnia, ecco James Dean e la sua gioventù bruciata, mentre i dischi di Nilla Pizzi e Gino Latilla cedono ben presto il posto a quelli di Little Richard e Paul Anka. Gennaio 1958: a San Giovanni scoppia il finimondo. Nel bel mezzo di una tranquilla serata al Teatro Parrocchiale (ora Teatro Astra), un complessino di giovani si scatena in un travolgente rock and roll. E’ come un urlo di guerra. Il quieto e mite pubblico del teatro, abituato alle operette e ai dolci suoni di melodie ottocentesche, è colpito da uno shock elettrico che lo fa scattare in piedi dimenandosi e battendo le mani. Alcuni ragazzi delle prime file balzano sul palcoscenico esibendosi in frenetiche evoluzioni mentre l’intera  platea, in un crescendo di movimenti ed urla, si è trasformata in un salone da ballo. E che ballo! Mai niente di simile s’era visto nel nostro pacifico paese. Forse tutta quella baraonda era un grande gesto liberatorio per i troppi anni passati a  combattere popoli che non ci avevano fatto niente, a difendersi dagli orrori della guerra civile, a soccombere, ad obbedire, a lavorare soffrendo.

Da quel giorno il paese ha cominciato a vivere una nuova storia.

                                                                                                                    Igino Maggiotto 

 

 

 

 

 

 

Nella foto: uno dei primi gruppi rock     

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