Il Nuovo Lupo
Un incontro all?Astra per la Giornata del Ricordo

? Hanno fatto pi vittime i campi di concentramento o le foibe? ?. ? Perch chi ha gettato nelle foibe gli italiani non mai stato puniti e riceve anche una pensione dallo Stato ? ?Sono queste alcune domande che i ragazzi delle scuole medie, presenti al teatro Astra il 12 febbraio in occasione della Giornata del ricordo, hanno rivolto ai relatori . Un pubblico attento che ha appreso, in gran parte per la prima volta, della tragedia delle migliaia di italiani che nell?immediato dopoguerra sono stati gettati, a volte ancora vivi o feriti, nelle foibe, ovvero le cavit di origine carsica presenti nel Friulia e in Istria, territorio quest?ultimo da sempre italiano. Una pagina di storia che raramente si trova sui libri di scuola, di cui ora si parla anche grazie alla fiction ? Il cuore nel pozzo? con Beppe Fiorello e Leo Gullotta, e soprattutto dopo che il Governo ha istituito ufficialmente lo scorso anno il 10 febbraio quale giornata del ricordo.A spiegare, dal punto di vista storico, quanto accaduto in seguito alla fine della seconda Guerra Mondiale, ci ha pensato il prof. Giorgio Pirina, autore di molti libri sull?argomento che si possono reperire anche presso ? I libri di Gianna? di piazza Umberto I. Ha ricordato non solo di come, migliaia fascisti ma anche partigiani cattolici e semplici cittadini, solo per il fatto di essere italiani, sono stati gettati nelle foibe, ma anche dell?esodo che ha coinvolto ben 350.000 connazionali fuggiti dall?Istria. Profughi che, abbandonate case e beni, sono partiti con la valigia per approdare in diverse zone d?Italia, Verona compresa. Proprio nella nostra citt abita il secondo relatore dell?incontro con gli studenti, la prof. Maria Renata Sequenza, presidente del Movimento nazionale Istria, Fiume e Dalmazia. ? Quello che pi ci pesa ancora?, ha spiegato, ? che ci viene vietato ancora oggi di acquistare in Istria una casa o un pezzo di terreno. Luoghi, come Parenzo, Fiume, Rovigno e Pola, per decenni appartenuti alla Serenissima Repubblica di Venezia e dove c? ancora chi parla il dialetto veneto. Una ingiustizia di cui mi auguro si occupi il Parlamento italiano cos come ha auspicato il Presidente Ciampi senza cedere, come avviene spesso, alle pressioni dei vicini slavi?.

Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/3

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