Il Nuovo Lupo
Vittorino Zinelli calcio per passione

Ha sempre concepito il calcio alla sua maniera, ed è sempre stato coerente con i suoi principi e con  il suo “credo”. Sia quando giocava con i professionisti, o con i dilettanti, sia adesso che allena i mini pulcini dell’A.C. Raldon. Vittorino Zinelli, classe 1968, non ha mai tralasciato di essere se stesso, nemmeno quando bastava un niente per fare il salto di qualità e per mantenersi su livelli di un certo spessore. In possesso di una chiara visione di gioco e di buone qualità tecniche, Vittorino Zinelli non ha mai avuto l’aggressività e la grinta sufficienti per spiccare il volo e per affermarsi. L’occasione l’ha avuta nell’87’ quando Mister Bagnoli lo fece debuttare in serie A con la maglia numero 10 del Verona. Ma per lui il gioco del calcio era, ed è pur sempre, un gioco, per cui la sua umiltà e la sua scarsa “cattiveria” sportiva hanno finito per condizionare la sua attività di giocatore. Ma non la sua filosofia e la voglia di trasmettere la sua esperienza ai bambini. << A livello di scuola calcio, minipulcini e pulcini, i ragazzi non devono pensare al risultato o alla classifica, ma devono solo imparare la tecnica di base, e a stare insieme. A socializzare tra di loro, a rispettarsi e ad aiutarsi. Non ci devono essere distinzioni tra bravi e scarsi, ma tutti devono essere messi sullo stesso piano e  giocare per divertimento.>> In linea di principio la maggior parte degli allenatori dei ragazzini la pensano così, ma poi sul campo usano qualsiasi stratagemma pur di conquistare i tre punti. Lui, però, non è dello stesso avviso, e assieme a Cristian Bendinelli che allena i pulcini a 9, lo hanno dimostrato l’altr’anno quando, pur di far giocare tutti coloro che erano in panchina, hanno perso la finalissima nel torneo De Togni. Subendo qualche critica di troppo, ma rimanendo fedeli ai loro convincimenti. Secondo lei qual’ è il compito di un allenatore di questi ragazzini? << Il più importante è quello di trasmettere dei valori; poi che bisogna giocare per divertirsi e che è bello passare qualche ora con i propri coetanei. Infine un altro aspetto non meno rilevante è quello saperli coinvolgere nel gioco d’assieme  e tenerli sempre stimolati a imparare cose nuove.>> Ma i bambini recepiscono questi principi? << Si- replica deciso Zinelli- anche se spesse volte vengono condizionati da fattori esterni non proprio educativi.>> E’ difficile allenare i bambini? << Non più di tanto - conclude sorridendo- basta avere tanta pazienza e capire le loro esigenze. Oltre che allenatori, dobbiamo cercare di essere anche degli educatori, senza con questo, volersi sostituire ai genitori.>>                   

      Franco Lerin

Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/10

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