Il Nuovo Lupo
La storia del buco e degli impianti sportivi mancanti al posto dell'acquacultura

 

 

 

 

Nel Novembre 2001 l’ amministrazione Betti approva la variante 29 che, nell’area tra Pozzo e Raldon, prevede la realizzazione di complessi sportivi coperti e scoperti di interesse privato, ma convenzionati con l’ amministrazione, per poterne garantire l’ uso da parte dei residenti a tariffe concordate e con standard a verde per impianti di ben 472.000 mq.(per capirci sono circa 157 campi veronesi);

2) Nel Giugno 2002 si insedia l’ amministrazione Taioli;

3) Il 20 Dicembre 2002, l’area interessata dalle escavazioni per la realizzazione di una piscicoltura diventa di proprietà della ditta “Agricola Antiga srl”;

4) Il 7 Gennaio 2003 (quindici giorni dopo il passaggio di proprietà) l’ amministrazione Taioli cancella parzialmente la variante 29. La motivazione ufficiale è che si vogliono togliere le zone di espansione; l’area in questione però non era di espansione, bensì sportiva. Ora torna ad essere un’ area con destinazione agricola.

5) Il 26 giugno 2003 (in piena èra Taioli), l’amministrazione concede una “variante in corso d’opera alla concessione edilizia per la realizzazione di un impianto di acquacoltura” alla ditta Antiga. Nella concessione non viene espressamente citato il divieto di asportazione del materiale scavato. Cosa che in quel momento sarebbe possibile fare in virtù della legge 19 del 1998.

6) La stessa amministrazione consegna ai consiglieri comunali una stima fatta dagli uffici, nella quale si calcola che, a causa della concessione del 2003, si prevede possano essere asportati 917.588,46 metri cubi di ghiaia. Ovvero più di quelli estratti dal 1996 (anno in cui non si poteva vietare l’ asportazione della ghiaia) al 2003.

7) Dopo, ma solo dopo, aver rilasciato la concessione, all’amministrazione viene un dubbio e, naturalmente con spese a carico dei cittadini, chiede un parere legale allo studio dell’avvocato Ceruti in merito all’ asportazione della ghiaia scavata;

8) Il 19 Novembre 2003 lo studio legale risponde che non è consentita l’asportazione dei materiali di risulta e sprona l’ amministrazione a bloccare il via vai incessante di camion che dal mese di giugno entrano ed escono dalla acquacoltura;

9) Per aggiungere la beffa al danno,i consiglieri di maggioranza di Comune Accordo, raccolgono a Raldon circa 1000 firme contro l’asportazione della ghiaia e contro la Regione che, nel frattempo, ha individuato la zona come “contesto vocato all’ escavazione di ghiaia”. Questo perché gli stessi consiglieri che raccolgono le firme hanno votato la revoca della variante 29 e la zona è tornata ad essere area agricola;

10) Tuttavia, nonostante il parere legale l’ amministrazione non agisce e non impedisce in alcun modo l’asportazione della ghiaia;

11) A questo punto i consiglieri di opposizione, tramite il loro legale diffidano l’amministrazione ad agire e quindi a bloccare i camion;

12) Finalmente il 30 Aprile 2004 viene emessa una ordinanza di sospensione dell’ asportazione della ghiaia : l’amministrazione Taioli ha agito dopo 10 mesi e dopo forte pressione dei consiglieri di opposizione. Nel frattempo si sono volatilizzate parecchie migliaia di metri cubi di ghiaia.

13) La ditta Agricola ricorre al Tar del Veneto che, con una scandalosa sentenza, le da ragione in data 28 Luglio 2004;

14) A questo punto, per evitare un ulteriore scempio del territorio, si deve ricorrere immediatamente al Consiglio di Stato. Taioli invece afferma che in agosto il Consiglio di Stato è chiuso per ferie (sic) ed il ricorso, casomai, è meglio presentarlo a Settembre. Nel frattempo, per tutto il mese di Agosto, i camion escono pieni di ghiaia dall’ acquacoltura.

15) Finalmente Taioli si decide a ricorrere al Consiglio di Stato il quale afferma in via definitiva che quella rilasciata dalla amministrazione Taioli è una nuova concessione e quindi è vietato asportare la ghiaia. Il materiale scavato deve rimanere all’ interno dell’ area per l’ eventuale ripristino ambientale. È evidente che l’ amministrazione Taioli non è esente da colpe per la prolungata escavazione del territorio. Anzi, ha contribuito con propri atti amministrativi, omissioni e ritardi a che lo scempio si perpetrasse, ed ha agito solo dopo una forte pressione, concretizzatasi in una diffida dei consiglieri di minoranza. La variante del 2003 è da  considerare a tutti gli effetti una nuova concessione data da questa amministrazione. Adesso Taioli dice che “secondo alcuni esperti si dovrebbe riportare nell’area tutto quanto scavato dalla data dell’ ordinanza fino al blocco dei lavori dello scorso Novembre”….. Siccome siamo abituati alle formule vuote di Taioli a cui non seguono atti amministrativi concreti, la domanda è : cosa intende fare adesso il Sindaco ?.

Rivista Il Nuovo Lupo : 2005/11

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