Ero prete da 15 mesi e mi trovavo a Caprino, proprio nell?anno dei tre papi. Il 16 ottobre avevo assistito con il parroco alla fumata bianca, che annunciava l?elezione del nuovo Papa, ma io dovevo celebrare Messa e non era ancora stato annunciato il suo nome. Cominciai la celebrazione, arrivato al ?Santo? il parroco giunse trafelato in chiesa e mi disse: ?hanno annunciato il nuovo papa, un polacco e prende il nome di Giovanni Paolo II?. Cos al momento in cui, durante la Messa, si ricorda il Papa, ho pregato per la prima volta per Giovanni Paolo II. In questi giorni avete visto meravigliose e commoventi immagini, avete sentito tantissime riflessioni sul Papa, sia nei giorni precedenti la sua morte, sia in quelli immediatamente seguenti. Con queste righe porto il mio personale contributo. Nella vita ognuno cerca dei punti di riferimento e per me Karol Wojtyla stato un grande maestro. Il quattro marzo del 1979 veniva pubblicata l?enciclica ?REDEMPTOR HOMINIS?, come ogni prete giovane ero affamato di idee e quando leggevo parole come quelle seguenti, rimanevo veramente folgorato: ?L`uomo non pu vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita priva di senso, se non gli viene rivelato l`amore, se non s`incontra con l`amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perci appunto Cristo Redentore, facendosi uomo per amore, rivela pienamente l`uomo all`uomo stesso. In Cristo l?uomo ritrova la grandezza, la dignit e il valore propri della sua umanit. Nel mistero della Redenzione l`uomo diviene nuovamente espresso e, in qualche modo, nuovamente creato?. Questo stato il primo grande insegnamento che ho ricevuto dal Papa: ogni persona vive in pienezza la propria umanit solo se amata; e chi, pi di Cristo, ama, fino a donare la vita. Ho anche avuto la gioia di partecipare a vari incontri con lui, dalla sua venuta a Verona, alla giornata per i giovani del 1997 a Parigi e ad alcune altre udienze, ma le tre volte nella quali ho avuto la possibilit di parlare con lui personalmente, ho ricevuto dei formidabili insegnamenti. Nella primavera del 1984 ho accompagnato ad un incontro con il Papa un gruppo di ragazzi del seminario. Siamo andati all?udienza del mercoled, che si teneva in San Pietro. Il Papa ha fatto il discorso proprio per noi e l ho compreso pi compiutamente che non esiste dono pi prezioso della vita, la quale acquista il suo pieno significato quando viene donata agli altri. Alla fine, foto di rito e, come ricordo, una corona del rosario. Il secondo incontro l?ho avuto all?inizio di luglio del 1991, quando, con un gruppo di seminaristi di seconda superiore, siamo andati a Roma in bicicletta. L?incontro con lui stato una sorpresa inaspettata e straordinariamente gradita. Era sabato sera, avevamo partecipato alla recita del rosario in Vaticano, nel cortile San Damaso e ci aspettavamo che alla fine della preghiera il Papa ci salutasse, come faceva solitamente con i vari gruppi. Io avevo cercato di ottenere un incontro speciale, ma non avevo nessuna certezza, invece, al termine della preghiera, un personaggio venuto a chiamarci e ad accompagnarci in una stanza. Sentivamo il Papa salutare la gente, ad un certo punto la porta si aperta e Giovanni Paolo II, sorridendo, ci venuto incontro. Si informato su di noi e, sentito che eravamo arrivati da Verona in bici, ha cominciato a scherzare dicendo: ?da Verona, con questo caldo?. Con noi c?era anche una suora, zia di uno dei ragazzi, ed il Papa ridendo: ?anche la suora, in bicicletta?. rimasto con noi per venti minuti, io gli ho spiegato l?obiettivo del nostro viaggio, ha ascoltato con attenzione e poi ci ha benedetto. Foto rituale e seconda corona del rosario. In questo secondo incontro ho imparato che, anche quando i problemi sono tanti, - impossibile immaginare quanti ne arrivino al cuore e alla mente di un Papa ? la vita va presa con un sorriso. Un paio di anni dopo, durante le vacanze di Natale, sono stato a Roma con un gruppo di educatori del seminario, in quella occasione ho celebrato la Messa con il Santo Padre, seduto alla sua sinistra. L?ho visto in raccoglimento prima della celebrazione, ho vissuto con lui il mistero di Ges vivo e presente in un piccolo pezzo di pane e in un sorso di vino, l?ho sentito pregare in polacco, nel tempo di raccoglimento dopo la Comunione ed ho scoperto che, proprio nel contatto vivo con Cristo, trovava la sorgente del suo impegno per annunciare il valore di ogni persona. In quella mattina d?inverno ho ben compreso che era la preghiera la forza suo impegno a favore della vita e della pace. Capii allora da dove derivasse l?energia che lo sosteneva nei vari viaggi, nelle migliaia di incontri e dove trovava la straordinaria capacit di incontrare con un sorriso chiunque, fossero cinque persone o una folla di cinque milioni, come era accaduto a Manila per la giornata mondiale dei giovani. Durante l?adorazione di ieri sera ho letto il suo testamento, tutto un canto alla fede in Dio, all?amore che non ha confini, alla speranza che mai delude. Un umile ma sentito grazie ad un grande Papa, ad un grande padre, ad uno straordinario maestro. Grazie Giovanni Paolo. don Osvaldo
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